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martedì 23 ottobre 2012

Quando l' eterosessualità produce aborti

Un messaggio a tutti gli abortisti: se davvero volete evitare aborti potreste anche smettere di avere rapporti vaginali, magari potete provare l' omosessualità

18 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Scusa non ti capisco, perchè questa chiusura? Mica devi fare per forza la parte passiva, puoi fare l' attivo, sinceramente penso sia meglio il sesso in due che da soli.

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    2. Perché una cosa la si fa se la desideri, se la senti. In alternativa, c'è la costrizione o l'ideologia (forma subdola di costrizione).

      Il sesso in coppia, generalmente, appare migliore perché culturalmente siamo spinti a ritenere che sia così. In realtà, sviluppando la fantasia, le due opzioni (da soli o in due) arrivano a equipararsi. Però, per ottenere certi risultati, bisogna applicarsi molto. E provare, provare, provare… (Amanda Sandrelli docet)

      Marcoz

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    3. Hai mai pensato che i desideri possano essere anche culturalmente veicolati??? Fin da piccoli sembra che l' unico modello proposto sia l' eterosessualità

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    4. La cultura è certo in grado di reprimerli, i desideri.
      Ma in genere il loro indirizzamento non funziona proponendo un modello ideale, bensì rendendo disgustoso un modello che gli sia in contrapposizione.
      Ed è così che, per spingere all'eterosessualità, non ci si preoccupa tanto di esaltare i pregi del rapporto uomo donna, quanto stigmatizzare l'omosessualità.
      Anche se il risultato alla fine è lo stesso, "proporre" e "disincentivare l'opposto" sono due processi diversi, con implicazioni differenti.

      Tuttavia, è errato dare eccessiva responsabilità alla cultura, perché significherebbe che gli individui non sono in grado di esprimere preferenze e desideri innati; questo, oltre a essere una negazione della realtà (la maggioranza segue i prori istinti), presterebbe il fianco ai detrattori dell'omosessualità che ritengono tale orientamento un'aberrazione culturale e non un "reale" desidero.

      Marcoz

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    5. Secondo me la cultura influisce tantissimo, basti vedere le concezioni dell' omosessualità in base alle varie culture: cultura dell' antica Grecia, cultura dell' antica Roma, cultura cristiana, cultura islamica.
      Poi secondo me l' omosessualità è assai più diffusa di quello che si pensa.

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    6. Io, semplicemente, penso che sia diffusa. Quanto più o meno, in verità, non saprei.
      Riguardo all'omosessualità maschile nell'antica Grecia (che era comunque in parte oggetto di scherno, nel caso dei "passivi"), anche lì, bisognerebbe vedere se non sia stata proprio la cultura - in particolare dei circoli di istruzione del tempo - a spingere con perseveranza gli adepti a certe pratiche.
      Di sicuro il rapporto omo ha i suoi bei motivi di piacere, altrimenti nessuno si sarebbe preoccupato di contrastarlo; però, c'è differenza tra l'apprezzare il massaggio prostatico o una fellatio in quanto tali e il desiderio che sia il membro o la bocca di un uomo in carne e ossa a praticarli.
      Come ho detto, per me la cultura agisce, ma fino a un certo punto.

      Marcoz

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    7. Secondo me invece la cultura agisce molto, lo dimostra il confronto interculturale.

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    8. Per l'esattezza, in che modo lo dimostra?

      Marcoz

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  2. ma ad esempio già questa distinzione etero-gay che si fa in occidente è già una cosa culturale, in altre culture mi sembra che l' omosessualità sia comunque praticata anche da uomini sposati ecc.

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    1. Capisco.
      Allora, si potrebbe partire dal presupposto che non si nasce né etero né gay, ma pansessuali, e che solo in una fase successiva, nei primi anni di vita, si forgia culturalmente l'orientamento sessuale prevalente o esclusivo.
      Quindi, l'eterosessualità "pura" (come quella che ritengo di vivere io, per esempio), non sarebbe altro che il risultato di un condizionamento da parte della cultura dominante. Può essere.
      Tuttavia, questo non spiega i casi di gay che aborrono l'idea di andare con una donna: anche la loro originale pansessualità innata ha subìto un condizionamento culturale?

      Marcoz

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    2. Ma non so, io sono transgender e mi piacciono gli uomini

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    3. Quindi, potremmo dedurre che con te, a differenza del sottoscritto, l'azione indirizzatrice della cultura dominante ha fallito: non è riuscita a "convincerti" a essere eterosessuale.

      Marcoz

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    4. No, non ha fallito perchè mi sento donna e mi piacciono gli uomini, ho identità di genere femminile e quindi se mi piacciono gli uomini ho orientamento etero, altrimenti sarei lesbica.

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    5. Avevo inteso che la tue preferenze andassero ben oltre l'eterosessualità.

      Marcoz

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  3. Comunque in certe culture si differenzia fortemente fra attivo e passivo. Quindi l' attivo viene visto in maniera completamente diversa dal passivo, non si parla di "gay".

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